Aprile 2020
Perchè ironizzare sulla dicitura «genitore uno, genitore due» può risultare pericoloso?
Alla lettura delle parole genitore uno, genitore due hai iniziato a canticchiare l’orecchiabile motivetto che ha come protagonista la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni? Probabilmente conoscerai bene il video realizzato dal canale di MEM & J. Sei al corrente del fatto che tutto ciò che la Meloni dice all’interno della canzone non è altro che una rielaborazione dei contenuti presentati durante un comizio, il cui video relativo è stato pubblicato dal canale di Repubblica, tenutosi in piazza San Giovanni a Roma durante la manifestazione di centrodestra Orgoglio Italiano!?

La visualizzazione ha come intento quello di mostrare la portata, in termini di numero di utenti raggiunti, dei due video.

Quando un contenuto diventa virale, spesso si ignora l’origine dello stesso. Se le persone che conoscono il video originale del comizio sono un ottavo di quelle che conoscono il video remix, ancora meno risulteranno essere quelle che conoscono la genesi delle diciture sopracitate.

Il grafico rappresenta il trend relativo alle ricerche degli utenti delle query indicate, e mostra le motivazioni inerenti alla presenza di picchi nel trend relativo al termine di ricerca «Genitore 1 Genitore 2».
I protagonisti delle vicende legate agli eventi menzionati sono i seguenti personaggi politici:
Camilla Seibezzi
08.04.2010 - 21.07.2014
Consigliere Consiglio Comunale di Venezia
Cécile Kyenge
28.04.2013 – 22.02.2014
Ministro per l'integrazione con delega alle politiche giovanili
Monica Cirinnà
In carica
Senatrice della Repubblica Italiana, Partito Democratico
Matteo Salvini
In carica
Senatore della Repubblica Italiana + Segretario federale della Lega
Giorgia Meloni
In carica
Deputata della Repubblica Italiana + Presidente di Fratelli d'Italia
Nell’agosto 2013, la consigliera comunale di Venezia Camilla Seibezzi propone l’introduzione di genitore uno e genitore due al posto di padre e madre sui moduli per la richiesta di documenti per minorenni. La proposta viene approvata e sostenuta dall’allora ministro per l’integrazione Cécile Kyenge, alimentando le polemiche sul tema. Dichiara:
Mi sono sempre battuta per le pari opportunità, se questa è una proposta che le rafforza, mi trova d’accordo. (Kyenge 2013) · 🔗
La risposta della Lega, che naturalmente non si trova in accordo con questa politica, non tarda ad arrivare:
Il ministro Kyenge è da ricoverare. Deve farsi curare. Lei e tutti quelli che la pensano come lei. (Salvini 2013) · 🔗
La situazione tuttavia sembra rimanere stabile fino al 2018. Nell’agosto di quell’anno, il ministro Matteo Salvini ribadisce l’esistenza del problema e si muove per porre rimedio alla questione, andando a sostituire sul modulo di richiesta della carta d’identità elettronica per minorenni, presente sul sito del Ministero dell’Interno, le precedenti diciture padre e madre. È ora la sinistra ad essere scontenta: Monica Cirinnà, la senatrice del PD che nel 2016 aveva portato avanti la lotta per l’approvazione della legge sulle unioni civili, controbatte:
Non sarà un Salvini qualunque con il suo 17%, a togliere ai bimbi delle famiglie Arcobaleno le loro 2 mamme o 2 papà! Il ministro retrogrado e fascistoide ha solo aggravato la burocrazia. Ma stia tranquillo l’amore vince sempre. (Cirinnà 2018) · 🔗
Un anno dopo, ecco che la questione viene risollevata, come già visto, da Giorgia Meloni; in seguito alla popolarità acquisita a causa della diffusione del remix relativo al suo discorso politico esclama:
Pure le mie nipoti lo ballavano. Di punto in bianco è come se il mondo si fosse accorto delle cose che dico. Persone che non ti ascoltavano, oggi lo fanno. Se finisco in un remix – anche se montato per contestare le mie idee – in fondo significa che ho qualcosa da dire, no? (Meloni 2019) · 🔗
La vicenda appena descritta può dare origine ad alcuni quesiti e riflessioni: fino a che punto è consentito ironizzare attorno a temi di discussione così delicati e controversi? Qual è il limite del concesso? Si rischia di urtare la sensibilità di qualcuno?
Dove finisce la politica, in tutto questo? Il fatto è che si ride (forse) ma non si sa più di cosa. Di quanto è ridicola Meloni o qualche sua replica? Di quanto siano insostenibili quelle tesi o quella visione di una società contemporanea e secolarizzata? (...) Il verdetto quindi è uno, con buona pace dei provocatori di professione: quando si innesca un fenomeno simile ogni contenuto ne rimane escluso. (...) Cosa vuoi discutere, quando una posizione ultraconservatrice come quella, espressa di fronte a una piazza che ospitava anche gente di estrema destra, finisce ingoiata in qualche sgangherata coreografia su TikTok? (Cosimi 2019) · 🔗
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